mercoledì, settembre 22, 2010
martedì, settembre 14, 2010
Sono solo loro due nella stanza. E' domenica. Una domenica d'estate. Fuori fa caldo. L'unico rumore che arriva dalla finestra è quello delle cicale. L'unico movimento è quello di una pala che cerca di rinfrescare l'aria.
L'uomo è steso sul divano. La donna sul letto.
Poi succede qualcosa. Nello stesso istante l'uomo e la donna pensano alla stessa cosa e d'istinto si guardano. Si capiscono subito e sorridono. L'uomo si alza. La musica parte.
"Vuelvo al sur...como se vuelve siempre al amor..."
I due corpi si avvicinano. Si appoggiano l'uno all'altra e cominciano a muoversi. La donna ascolta i movimenti dell'uomo e si fa guidare. L'uomo la guida con decisione ma facendo quello che è giusto per entrambi.
Le gambe si intrecciano, i corpi si toccano, scivolano, i visi si sfiorano, le mani sostengono, lo sguardo guida.
In questo tango dell'amore la coppia balla in sincronia, con passione, con forza e decisione.
I due in questo momento non stanno pensando a nient'altro, non vorrebbero essere in nessun'altro posto, sanno che nessun'altra persona è migliore di quella che hanno di fronte a sè. Tutto quello che vogliono è in quell'istante, in quella stanza, in quella musica.
La loro complicità li rende eterni.
"Quiero el sur....siento el sur, como tu cuerpo en la intimidad...te quiero sur..."
martedì, agosto 17, 2010
Bisogna solo crederci, credere di essere più forti di quello che sta là fuori e avere il coraggio di vivere delle piccole cose.
Bisogna imparare a vedere le cose in modo leggero, perchè in realtà non esistono cose pesanti, ma piuttosto modi pesanti di vivere le cose.
Questo me l'hai insegnato tu;-)
mercoledì, agosto 11, 2010
sabato, luglio 10, 2010
venerdì, luglio 02, 2010
venerdì, giugno 04, 2010
venerdì, maggio 14, 2010
martedì, aprile 20, 2010
martedì, aprile 13, 2010
martedì, marzo 23, 2010
mercoledì, febbraio 24, 2010

Una delle strane cose che Facebook ti permette di fare è quella di essere indiscreto. E allora quando ti capita di rivedere in quel luogo virtuale delle persone che appartengono alla tua infanzia è un po’ uno shock. Nella tua mente sono ancora piccole. E quando a volte pensi ad esempio alle elementari quelle persone per la tua mente sono rimaste così. Le rivedi ancora con il grembiule, magari qualche banco davanti a te, con il cerchietto e la maglietta dei Puffi.
Invece no, sorprendentemente sono cresciute anche loro. Mentre tu crescevi, crescevano anche loro. E chissà come. Avranno avuto altri compagni di scuola, dei fidanzatini, delle storie, qualche disavventura e magari sono cambiati, sono più o meno maturi. Non è tanto quello che sono diventati che mi spiazza, ma quello che è successo loro dal momento in cui li hai salutati alla fine di quel percorso scolastico. In quel momento non pensavi a salutarli affettuosamente perché la tua vita si sarebbe per sempre separata dalla loro. Non gli hai augurato buona fortuna, non gli hai detto addio. Però poi da quel momento ognuno ha proseguito da solo, chissà chi ha incontrato ognuno di loro negli anni dopo, se qualcuno gli ha cambiato la vita, se qualcuno gli ha mostrato nuovi modi di vedere il mondo, se si sono ricreduti su alcune cose, se si sono pentiti di altre. Chissà, da quel momento in poi, quali sono stati i loro sogni, se li hanno realizzati o se li stanno ancora inseguendo. Ti sembra di conoscere moto bene queste persone, ma forse sono diventate più complesse, più ricche di esperienza, con un bagaglio di vita maggiore.
In fondo poi non mi piacerebbe fare una di quelle rimpatriate dove finisci per raccontare la tua vita in cinque minuti, fra uno scherzo e un altro. Il ricordo è bello in quanto tale. Perché è rimasto identico a se stesso, non è cambiato nel tempo. Quei bambini che si scambiavano le figurine ci saranno per sempre e non vorrei sparissero sapendo che uno di loro si è sposato o peggio che magari si trova in qualche guaio. Saranno per sempre belli, innocenti, con un futuro incerto, ancora da scoprire, ancora da sognare. Davanti a loro c’è una vita intera e tutte le possibilità sono aperte. Per ora pensano solo a giocare e ai loro piccoli, grandi problemi di ogni giorno.