sabato, gennaio 31, 2009

E poi ad un tratto succede qualcosa. Mentre precipito, la mia gonna si apre a campana, così come quella di Alice, e mi fa da paracadute. Così la discesa rallenta. Anzi non è più una discesa. Adesso fluttuo dolcemente. Intorno non ho più pareti. Vedo il cielo azzurro e qualche nuvola bianca molto alta. Comincio a pensare che questo vagheggiare sia piacevole tutto sommato. Guardo giù e non ho più paura, sono sicura che la mia gonna terrà. Vedo tutto piccolo dall'alto, mi sembra tutto così bello, così normale. Vedo qualcuno che prende la macchina per andare al lavoro, qualcuno che fa la spesa o una donna affacciata al balcone che sbatte i tappeti. C'è gente che passeggia, gente che corre, gente che sfreccia. Ma io per ora sono contenta di essere quassù, da sola, a vagare leggermente, senza pesi, senza pensieri brutti. Solo un presente infinito, molto luminoso.

domenica, gennaio 18, 2009

Non è facile descrivere il senso di vuoto. E' come una caduta infinita, trattieni il respiro, aspetti di atterrare, lo speri, forse ci sei quasi..e invece continui a precipitare. Come nella prima scena di "Alice nel paese delle meraviglie" quando la bambina curiosa si infila nella tana del Bianconiglio e comincia a scendere sempre più giù senza mai fermarsi. Nella tana tutto è sottosopra, sono oggetti strani, nuovi, che incuriosiscono e che spaventano.
E intanto precipiti, non si vede mai la fine o se si vede, a volte, fa paura e allora ti giri indietro e pensi che se ci fosse un qualche modo, potresti anche tornare indietro. Ma il problema è che ormai non vedi neanche più l'inizio. Sei a metà e una soluzione per fermarti la devi trovare. Non puoi continuare a tenere il fiato per sempre...