martedì, settembre 09, 2008

Il sud è così lontano?

primo scenario
Sono in una deliziosa piazzetta di Pisa. Molte panchine, poca gente. Gli alberi, l'ombra e io sto leggendo un libro che mi è stato regalato. Non sono proprio al centro della panchina. Stare al centro della panchina è come stare in mezzo al letto matrimoniale da soli: sembra di perdersi, di essere ancora più soli. Ci sono delle coppie, dei bambini, gente che va, gente che viene. è una mattina tranquilla.
primo monologo
Con la coda dell'occhio vedo avvicinarsi una persona. è un anziano con la bicicletta. Arriva vicino alla mia panchina e attacca: "Posso sedermi qui?" e senza aspettare la risposta, che comunque sarebbe stata affermativa, si accomoda e continua "sa, con tutta questa gente - e mi indica dei ragazzi mulatti - che si sdraia sulle panchine uno non sa più dove sedersi" e mi guarda come per cercare consenso. Cerco di assumere un'espressione neutra, non so ancora chi ho davanti, non so ancora cosa dire, ero immersa nella mia lettura e mi hanno svegliato bruscamente. E l'anziano continua: "Eppure signorina, sono loro che vanno avanti; noi, che siamo gente per bene - non ho capito poi chi è questa gente PER BENE, mah... - non andiamo da nessuna parte. Mio padre poi...un uomo tutto d'un pezzo, faceva parte dell'alta borghesia. Lui era ligio nella mia educazione...fin troppo. Si immagini che d'estate mi obbligava a studiare il programma che avrei avuto l'anno seguente a scuola. L'ho odiato per questo. Aaahh, io non lo vado a trovare neanche al cimitero. Era severo, troppo, niente affetto. Però mi ha insegnato dei valori e l'onestà. E poi quando è morto mi ha lasciato una grossa eredità. Ma non pensi...io ho sempre lavorato, facevo la libera professione. Un libero professionista non può mica pensare di lavorare per vivere, la sua vita è il lavoro...ma si hanno anche grandi soddisfazioni. Ho sempre lavorato onestamente ma non sono mai arrivato da nessuna parte. Sa chi si arricchisce veramente signorina? - e si avvicina col viso a me e abbassa un po' il tono come se mi stesse svelando il grande segreto del mondo - le persone cattive, avare, disoneste! Non come noi..io dico noi...non so lei però. Mi dica, lei di dov'è?" Evviva! Penso. Posso parlare anch'io! E quindi rispondo:
"Sono di su, di Vercelli, vicino a Torino"
"E allora cosa fa qui a Pisa?"
"sono qui per studio"
"e cosa studia?"
"letteratura spagnola"
"Aaahh, l'avevo capito io che lei è una persona per bene - di nuovo con questa storia delle persone per bene...come avrà fatto poi a capire da due cose che sono PER BENE... e poi continua - si capisce dal modo di parlare, dall'accento - e poi di nuovo con quel tono da rivelazione del secolo - sa, al sud è tutta un'altra cosa - e si ferma un attimo come per sferzare un nuovo attacco - sa con chi ce l'ho io?...Garibaldi! Per Garibaldi era diventata una questione di principio unire l'Italia. Doveva lasciarla separata, così noi - noi chi? - non avremmo tutti questi problemi oggi. Dove crede che vadano tutti i nostri soldi? Al sud, è chiaro. E noi persone per bene lavoriamo - il discorso qui si fa proprio serio... - Garibaldi doveva farsi i fatti suoi e lasciare le cose così come stavano - AIUTO!"
Poi si ferma, sembra stanco. Allora ne approfitto, quasi quasi vado via, non mi sembra predisposto a sentire la mia opinione.
"Adesso devo andare", dico
"Ah, certo certo. Avrà da fare, immagino. Lei lavora? Studia? - penso che forse se ne è dimenticato, beh capita.
"Studio"
"Ah, certo, si capiva che era una persona per bene. Sa mio padre era un uomo tutto d'un pezzo, della borghesia altolocata. Era severo, pensi che mi faceva studiare.... - non ci credo! mi sta raccontando le stesse cose di prima, con le stesse parole e come se fosse la prima volta - ...ma adesso non lo vado a trovare al cimitero... - un po' mi viene da ridere, proprio non sa che queste cose me le ha già dette - ...sa a chi do la colpa io? - e questa volta ovviamente so la risposta, Garibaldi! ma non lo dico, non gli tolgo la soddisfazione di potermelo dire per un'altra volta ma come se fosse la prima, si vede che lo entusiasma rivelarmi questa verità - a Garibaldi!"
Mi ripete questi concetti chiave della sua esistenza per quattro volte!! E mi fa ripetere per altrettante volte dove vivo, cosa faccio e perchè sono a Pisa: "a Vercelli ... a Vercelli ... a Vercelli ... a Vercelli! ... studio ... studio ... studio ... studio!. Mi trascina nella sua folle amnesia e mi sento un po' fuori anch'io - senza offesa, la vecchiaia ha anche aspetti simpatici. Dopo la terza volta che, come in una pellicola che si riavvolge, diciamo le stesse cose, mi viene da ridere, mi sembra di essere in una situazione surreale e mi chiedo se questa conversazione avrà mai una fine o se il nastro continuerà a riavvolgersi all'inifinito.
POi in una delle pause mi alzo, mi dispiace, non voglio essere scortese, ma proprio non ce la faccio più a sentire cose che so già ormai a memoria. Cerco di essere gentile e vado via, un po' sorridendo.

secondo scenario
Sono a casa di una ragazza che ha bisogno di studiare spagnolo. Ragazza strana, sua madre la definisce "sopra le righe" e in effetti è vero, ma tra un congiuntivo e un condizionale ci facciamo anche due risate. L'appartamento è molto grande e sembra che in casa girino molti soldi. C'è una donna delle pulizie, una badante per la nonna e io per la figlia, non male.
secondo monologo
La madre della ragazza entra nella camera dove stiamo studiando:
"Scusate. A. sai chi abita al terzo piano? Mi è caduto un calzino del papà mentre stendevo - stende? mi stupisce, con qul trucco, quelle unghie rosse, quei gioielli, non pensavo si abbassasse a questi lavori, ma magari sono solo miei pregiudizi.
A. ci pensa poi risponde
"Ma sì, quella famiglia meridionale...."
e la madre con la faccia fra lo scocciato e lo schifato:
"mmmm quei terroni! Li odio...che gente!"
"mamma dai!"
"Non sono io che ho iniziato, sono loro. E poi sono gli unici in affitto qui e a loro non interessa niente di questo palazzo"
"Va beh dai mamma glielo vado a chiedere io il calzino"
"Guarda - dice a me - possono anche chiamarmi razzista ma io tutti quei rumeni, albanesi, marocchini e compagnia bella proprio non li sopporto... Gli spagnoli, i francesi, i tedeschi, tutta gente che va bene, ma quelli dell'est proprio li odio. E i terroni anche!" Ecco, bello questo elenco della spesa, ti lascia senza parole.
Appunto: la figlia sta con un dominicano e infatti ridendo dice alla madre:
"strano, non hai citato i sudamericani!"
"Beh, lo davo per scontato! Quelli sono i peggiori!"
E la figlia ride di gusto, alla faccia delle cazzate della madre, è proprio il caso di dire.


Penso agli amici che non abitano qui a Vercelli, ma magari un po' più giù, se sentissero questi discorsi forse si metterebbero a ridere, o forse a piangere. Ma non mi sento offesa.
Provo dispiacere per quelle persone che si precludono la possibilità di conoscerne altre solo per una questione di nord e sud o est e ovest. Mi dispiace per quelle persone il cui campo visivo non va oltre la porta di casa loro ... e meno male che si parla di Europa unita...

mercoledì, settembre 03, 2008

Due vite

"Le nostre vite sono fatte di sole coincidenze?" (così era all'incirca) qualcuno ha chiesto.
"Le pillole assolutamente no
O forse la vita è fatta ANCHE di coincidenze?
...mi raccomando...
Le coincidenze non sono SOLO coincidenze, sono barlumi di luce
piuttosto cambia medico
sono come quella lucina tenue, azzurra che un caro amico usa di notte per leggere il suo libro
io non le ho mai prese
e che illuminano quello che noi vogliamo venga illuminato,
ma non vanno bene
la pagina del libro che stiamo leggendo,
lo so di certo.
che ci interessa leggere.

Chi è che dirige la nostra strada? Noi?
Parla molto,
O le lucine?
ma niente pillole".

Certo è che le coincidenze non capitano mai a caso
Tutta quella strada,
mannaggia a loro...
tutta questa fatica,
arrivano e la tua testa subito si sveglia
è solo un assaggio.
parte in quarta e...in men che non si dica
Sarà un lavoro doloroso, difficile.
tac! Il collegamento è fatto:
Devi scavare dentro di te
e quella cosa che prima era solo un pensiero lontano
e tirare fuori cose che ti faranno star male,
adesso è una conferma
mannaggia a loro,
o forse no?