mercoledì, dicembre 17, 2008

PIOGGIA

E dopo la nebbia c'è stata la neve, tanta neve, sugli alberi, sulle strade, .... e adesso la pioggia. Tantissima pioggia, che cade incessantemente, si infila nelle fessure, inganna le finestre, riempie i fossi, le cantine, allaga la città, i cortili, bagna i muri, i mobili. Ormai mi sono rassegnata ad avere una cantina-piscina, bottiglie che galleggiano, scatoloni inzuppati, quaderni rovinati.
E poi pompieri che vanno e vengono, le pompe che succhiano l'acqua, gente che entra e esce dai cortili, tutti i portoni aperti, sembra un'altra città, tutto più libero, tutti più amici, più vicini. Ma bisogna essere veri "vicini" solo in questi casi? Però tutto sommato è divertente. Siamo tutti più buffi con questi stivaloni da pioggia. La via per una volta sembra viva. Comunque anche in questi casi i piemontesi si dimostrano tali. Nessuna scenata, nessuna frenesia, solo quello che basta. Non ci scomponiamo, tutto passa, tutto si metterà a posto.
La pioggia, come rabbia irrefrenabile, cade su tutto, spazza via i resti di neve, li scioglie, costantemente, schiaccia le foglie sul marciapiede. La pioggia non lascia via di scampo, non salva niente, è irrimediabilmente furiosa. Ma forse la soluzione è che bisogna semplicemente accettare che ci sia, che forse qualche ragione alla sua ira c'è. Forse arriva da lontano, da caldi estivi mai stemperati, dall'afa che rende opachi i pensieri, dagli incendi che nella stagione più calda colpiscono al cuore i boschi. Forse, non soltanto c'è una ragione, ma è giusto così, è giusto che si sfoghi perchè così dimostra di esistere, di esserci.