mercoledì, febbraio 24, 2010

Una delle strane cose che Facebook ti permette di fare è quella di essere indiscreto. E allora quando ti capita di rivedere in quel luogo virtuale delle persone che appartengono alla tua infanzia è un po’ uno shock. Nella tua mente sono ancora piccole. E quando a volte pensi ad esempio alle elementari quelle persone per la tua mente sono rimaste così. Le rivedi ancora con il grembiule, magari qualche banco davanti a te, con il cerchietto e la maglietta dei Puffi.

Invece no, sorprendentemente sono cresciute anche loro. Mentre tu crescevi, crescevano anche loro. E chissà come. Avranno avuto altri compagni di scuola, dei fidanzatini, delle storie, qualche disavventura e magari sono cambiati, sono più o meno maturi. Non è tanto quello che sono diventati che mi spiazza, ma quello che è successo loro dal momento in cui li hai salutati alla fine di quel percorso scolastico. In quel momento non pensavi a salutarli affettuosamente perché la tua vita si sarebbe per sempre separata dalla loro. Non gli hai augurato buona fortuna, non gli hai detto addio. Però poi da quel momento ognuno ha proseguito da solo, chissà chi ha incontrato ognuno di loro negli anni dopo, se qualcuno gli ha cambiato la vita, se qualcuno gli ha mostrato nuovi modi di vedere il mondo, se si sono ricreduti su alcune cose, se si sono pentiti di altre. Chissà, da quel momento in poi, quali sono stati i loro sogni, se li hanno realizzati o se li stanno ancora inseguendo. Ti sembra di conoscere moto bene queste persone, ma forse sono diventate più complesse, più ricche di esperienza, con un bagaglio di vita maggiore.

In fondo poi non mi piacerebbe fare una di quelle rimpatriate dove finisci per raccontare la tua vita in cinque minuti, fra uno scherzo e un altro. Il ricordo è bello in quanto tale. Perché è rimasto identico a se stesso, non è cambiato nel tempo. Quei bambini che si scambiavano le figurine ci saranno per sempre e non vorrei sparissero sapendo che uno di loro si è sposato o peggio che magari si trova in qualche guaio. Saranno per sempre belli, innocenti, con un futuro incerto, ancora da scoprire, ancora da sognare. Davanti a loro c’è una vita intera e tutte le possibilità sono aperte. Per ora pensano solo a giocare e ai loro piccoli, grandi problemi di ogni giorno.