venerdì, giugno 29, 2012

C'è sempre una prima volta...

E' la prima volta che mi compro un pacchetto di sigarette (!)
La prima volta che mi faccio una lampada (!!)
La prima volta che esco con gente più giovane di me, sentendo che il tempo passa in fretta.
La prima volta che inseguo un ragazzo - in teoria uomo se si pensa all'età, bambino se penso al cervello - invece di essere inseguita (!!!)
La prima volta che mi sento "allo sbaraglio", buttata nella vita senza razionalità, senza i piedi per terra.
La prima volta che ho bisogno di circondarmi di gente, di casino, di musica, di rumore, di sorrisi, di storie. Tante storie, le mie, di amiche, di conoscenti, di gente sconosciuta, di amici di amici, di cugini e cugine.
La prima volta che il frastuono della vita mi consola invece di infastidirmi.
La prima volta che ho la forte necessità di indossare una maschera, tante maschere. E poi di calarla inaspettatamente, senza guardare bene chi ho davanti. Senza studiare il mio interlocutore. Solo perchè in quel momento mi gira così. Di parlare.
La prima volta in cui sento che l'apparenza forse mi salva, mi protegge. Ma che nello stesso tempo raccontare di me è così tanto importante che alla fine perde anche di senso e di importanza. E qualsiasi cosa diventa di tutti, perchè intanto dentro non ci sta.
La prima volta in cui mi sembra che niente abbia più senso e questo mi apre qualsiasi confine e qualsiasi possibilità. Abbatte i limiti, le barriere, i tabù e qualche idea che mi ero fatta di me e a cui per ora non credo più.
Detta così la cosa sembra negativa ma c'è della vita dentro. Con i suoi estremi più alti e più bassi...con la voglia di non pensare più a niente in modo serio...almeno  fino a quando non ne valga davvero la pena...almeno fino a quando il vento non cambia (questo maledetto e bellissimo Caronte...)
"I was born free..." canta la radio...e di questo non mi dovrei mai dimenticare...

mercoledì, giugno 20, 2012

"GIRANO, GIRANO, GIRANO..."

E poi scopri che spesso ci sono soluzioni che non sono soluzioni. Che nella maggior parte dei casi quello che ti fa sentire meglio non è la cosa obbiettivamente più giusta ma quella inspiegabilmente più sbagliata.
Siamo come i pollini estivi che si muovono a caso e senza una direzione unica, precisa. E' quasi una sensazione che fa girare la testa. Il non avere un tragitto, un percorso, ma essere sempre in balia di quello che vedi, di quello che il mondo ti fa sentire, di quello che ti sembra di intuire come un suono lontano e bellissimo e che vuoi raggiungere a tutti costi.
E allora ci troviamo ad inseguire quello che per noi è "bello" o che ci sembra tale. Soprattutto se siamo anime inquiete, mai pronte a fermarci. Viaggiamo costantemente, per scopi diversi, ma sempre in movimento.
Giriamo, cerchiamo, spiamo, curiosiamo affanosamente nelle vite degli altri perchè sembra sempre ci sia qualcosa di più fantastico di quello che già conosciamo.
Forse bisognerebbe chiamarla "sete di vita"?
So solo che Vivere è tutto questo e forse molto più.

lunedì, giugno 11, 2012

Parentesi di 1 mese (o di anni?)

Più semplice è scrivere del dolore o della gioia, più difficile è esprimere la delusione.
Più semplice parlare di qualcosa che è successo e che magari non è andato come ti saresti aspettato, più difficile spiegare e spiegarsi la delusione per un qualcosa che non è mai accaduto.
Per qualcosa che non ti è stato concesso di vivere nonostante le buone premesse.
Per qualcosa che era sempre sul punto di succedere ma che alla fine si è rivelato un buco nell'acqua.
La delusione per te stessa che ti sei fidata delle tue impressioni e invece ti sei sbagliata di grosso.
Un'intuizione non giusta, ecco.
Un presentimento che continui a pensare che invece sia giusto ma che per le coincidenze mancate della vita non riesci a realizzare.
E non dipende da te perchè ci hai provato in tutti i modi e non ci puoi fare niente.
E non dipende neanche da lui perchè è così e basta.
E il sentirsi disarmati è sconfortante.
Difficile, dopo essere usciti allo scoperto, ritornare nella tana e provare poi a riuscirne in un altro modo.
Difficile...

lunedì, giugno 04, 2012

Tutta una questione di tempi...

Se ti potessi parlare liberamente ti direi che anche quando sembra che il mondo ti stia crollando addosso non è così.
Anche quando pensi che la tua vita non avrà più lo stesso senso, forse hai ragione, ma perchè ne avrà un altro di senso, sicuramente migliore.

Ti direi che il dolore a volte fa crescere e ti rende più sicuro.
Ti direi che è importante sapere cosa vuoi e quello che vuoi deve per forza essere il tuo bene.
Ti direi che sei migliore di quello che pensi, migliore di come ti vede lei, migliore di come ti vedono gli "altri", basta solo crederci.
Ti direi che si può vivere in un altro modo, che puoi avere di più dalla vita, che puoi essere più felice, più sereno.
Ti direi che ti puoi fidare di me e che magari non sono nessuno ma penso di aver capito e di poter fare tanto. Che potresti parlarmi e che io ti potrei ascoltare.

Se potessi parlarti...ma non posso, non ancora...
perchè non sono cose che si dicono con le parole,
perchè non sei pronto per tutto questo,
perchè non è questo che vuoi sentirti dire,
perchè forse non è me che vuoi sentire.
Perchè forse l'unica cosa che cerchi adesso è il silenzio.

E io non posso fare altro che guardarti e andare avanti per la mia strada.
Senza perdere il mio senso,
senza perdermi fra gli altri,
e in fondo al mio cuore...
senza perdere quella piccola speranza che tu un giorno possa aprire gli occhi e farmi entrare nel tuo mondo.