mercoledì, gennaio 27, 2010

Leggo un libro e rifletto:

è vero. Capita a volte che uno si possa sentire come in trappola.
Apparentemente hai un lavoro stabile, una famiglia a posto(marito o moglie, figli), una casa, i genitori vicini. Tutto perfetto. A quanto pare. Però ti senti chiuso. Vorresti scappare, fuggire, aneli la libertà. Ma la libertà da cosa? In realtà, spiega l'autore del libro, questo è il risultato del non essere stati fedeli a se stessi.
Cioè, arriva sempre un momento nella vita in cui devi far una scelta decisiva. Ecco, questa scelta dev'essere vera, vera per te, sincera nei tuoi confronti. Se in quel momento tu menti a te stesso, prima o dopo ti senti come soffocare. E' vero.
Invece bisogna fare di tutto per avere una "Vita autentica" (titolo del libro) ma non tanto per amore di convinzioni esterne ma piuttosto interiori. Vito Mancuso cita Shakespeare e dice: "Questo soprattutto: sii sincero con te stesso, e ne seguirà come la notte al giorno che non potrai essere falso con nessuno" (da Amleto)
In tutto questo però nulla rimane fermo. Tutto è sempre in movimento. Ciò che dev'essere stabile allora dev'essere la tua prospettiva di vita, non in senso pratico, ma in senso morale appunto.
Apprezzo del libro un mix equilibrato fra teologia e filosofia.
E allora io a questo punto vorrei mettere da qualche parte i miei valori. Io li ho, vengono da lontano, forse dalle campagne vercellesi, dalle risaie, dalla vita faticosa ma felice; vengono da gente semplice ma buona, dalla schiettezza e dall'educazione; dall'umiltà e dall'impegno.
Ecco, so da dove vengono ma non so dove metterli concettualmente e non so dove mi porteranno.
Vedremo:-)

1 commento:

Rendl ha detto...

L'importante è restare fedeli a quei valori e a se stessi (come suggerisci, citando le parole di Amleto).Mi hai fatto venire voglia di leggere il libro di Mancuso. E sia questo che l'altro tuo post capitano "a fagiolo", vista la mia situazione personale che, in parte, conosci. Speriamo bene! E vedremo...Thanks, mitika!